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Ninnj Di Stefano Busa - Soltanto una vita, [Pdf - Ita]


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Ninnj Di Stefano Busa - Soltanto una vita, [Pdf - Ita]
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[color=blue]Ninnj Di Stefano Busà - Soltanto una vita[/color]



http://i.imgur.com/Hi83bhV.png



http://i.imgur.com/sIRYQ4R.png


Autore: Ninnj Di Stefano Busà
Titolo: Soltanto una vita
Anno: 2014
Lingua: Italiano
Genere: Romanzo
Dimensione del file: 517 Kb
Formato del file: PDF


http://i.imgur.com/3WQCQCo.png


Il libro è per amanti del bel leggere, nel romanzo si delinea un descrittivismo naturalistico di rara perizia, quasi esso stesso “poesia”, ma vi s’innervano quasi tutti i caratteri dell’intera gamma umana: dalla bellezza dei sentimenti veri, senza tempo, al turbamento erotico, al dolore senza tregua di un’assenza filiare, ai mali che affliggono l’umanità e molto altro. Un grande mèlange di intrighi che mai si allontanano da una verità, specchio dei nostri giorni, ma che qui, in queste pagine di narrazione, vengono descritti con fervore d’intenti e connotazioni particolareggiate che sembrano dare il senso di uno sperdimento panico, in un’amalgama di suggestioni plurime che pongono l’uomo moderno sempre più verso la conquista della quies. Si avvertono i lettori che si tratta di un romanzo avvincente, con particolari riferimenti psicologici e risvolti di rare tensioni lirico-speculative che sanno tenere alta l’attenzione. Chi lo leggerà si sentirà crescere verticalmente.


http://i.imgur.com/WlCiTJC.png


Nata a Partanna (TP), laureata in Lettere, è tra le figure più note e rappresentative della pagina culturale dei nostri giorni, tra le più conosciute e qualificate scrittrici a livello internazionale al femminile. Poetessa, critico, saggista e giornalista. Inizia a scrivere poesia a 12 anni. Si occupa di Estetica e di Letteratura, di Storia delle Poetiche, oltre che di Critica e di Scienza dell'Alimentazione. La sua vasta opera è raccolta in saggi, studi critici e articoli di varia natura.
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Nel 2013 le è stata conferita anche una laurea in Scienza delle Comunicazioni “ad honorem” dall’Università Pontificia Salesiana.

DAL PRINCIPIO: GLI ANNI DELLA FORMAZIONE

Ninnj Di Stefano Busà nasce in Sicilia, a Partanna e curiosamente non frequenta la prima elementare, ma la salta, perché a 5 anni (a giudizio unanime degli insegnanti) sapeva già leggere e scrivere compiutamente…

Ha iniziato a scrivere poesie a 13 anni, annotando i suoi primi versi su un quadernetto a copertina nera (come si usava un tempo afferma lei stessa), che nascondeva in un cassetto come un tesoro preziosissimo, proprio perché contenevano le prime emozioni, le prime suggestioni della vita, ma avrebbe iniziato a comprendere il senso della sua vocazione solo molto dopo, come un destino prefigurato : a quindici anni, suo padre che era amico di Salvatore Quasimodo, gli mostrò alcuni testi della giovane e il grande poeta ne fu entusiasta, tanto che espresse il desiderio di pubblicarli con la sua prefazione e riconoscendole un talento prodigioso, la incoraggiò a seguire la poesia e la letteratura. Purtroppo dopo alcuni mesi morì e la giovane poeta in erba fu costretta a iniziare il suo percorso artistico letterario in assoluta solitudine, condizione che nonostante le apparenze sembra accompagnarla poi lungo tutta la sua vita, anche se è stata letta ed apprezzata da grandi critici come Carlo Bo, Mario Sansone, Grillandi, Vittorio Vettori, Aldo Capasso, fino ai più recenti Giovanni Raboni, Marco Forti, Emerico Giachery, Edoardo Sanguinetti, Alda Merini, Walter Mauro e Davide Rondoni.

Si trasferisce con la famiglia a Milano nel 1964, e sono anni determinanti per l’esordio poetico della giovane Ninnj, che continua a scrivere versi avallata da alcuni tra i più prestigiosi nomi della letteratura e delle critica, con cui stringerà anche amicizia, come Giorgio Bàrberi Squarotti, Giuseppe Benelli, Giuliano Manacorda, M. Luisa Spaziani, Francesco D'Episcopo, Plinio Perilli, Roberto Carifi, Geno Pampaloni, Fulvio Tomizza; si laurea in Lettere a Genova con una tesi su Benedetto Croce.

Si occupa poi di poeti spagnoli, inglesi, francesi, italiani, russi e naturalmente ha studiato i classici, con ripercussioni, emozioni, insegnamenti diversi nelle età diverse in cui si è accostata a questi artisti. Quelli che hanno formato la sua giovinezza sono stati molti e negli anni li ha riletti per assaporare altre sfumature della loro arte: Dante, Petrarca, Foscolo, Manzoni, Pascoli, Carducci, D’Annunzio, Montale, Ungaretti, Zanzotto, Luzi, Quasimodo, Gatto, ritenendo sempre che la Poesia sia un'interazione tra le lingue colte, nella sua capacità di cogliere le sfumature, le allitterazioni, le interferenze della lingua anteponendole e sottraendole alla incomprensione derivante dal linguaggio comune, piuttosto involuto e stereotipato, imponendogli un'altra veste più evoluta e più raffinata.

Per la Busà molti di questi autori ci segnano la vita, tracciano un percorso, danno il senso vero di una condizione linguistica che si fa portavoce per il tuo futuro, altri invece fanno da guida, da maestri, inducono ad un pensiero alto della storia letteraria, indicano una strada da percorrere, in inevitabile solitudine perché il poeta, deve scrivere solo con se stesso, formulare un modello autobiografico, saper trovare la sua anima, riconoscersi nella lingua che lo rappresenti e gli è connaturale, trovare linfa vitale nelle parole, nei sintagmi che gli sono più congeniali e come nel caso della Poetessa, i suoi versi sono sempre istintivi, mai studiati con fine strategia, ma espressione di un’ intuizione illuminante, vitale e appassionata.

LE PRIME PUBBLICAZIONI ED I PRIMI RICONOSCIMENTI

Molto apprezzata da alte personalità della Letteratura, diventa collaboratrice di riviste a carattere culturale come Arenaria, Silarus, Vernice, La Bottega, Il Corriere di Roma, Il Rinnovamento, La Procellaria. Vince un concorso per l'insegnamento, ma vi rinuncia per lavorare presso la compagnia aerea Alitalia. Pubblica nel 1996 il saggio L’estetica crociana, e i problemi dell’Arte ( che ha vinto rispettivamente i Premi: La Magra, il Premio G. Parise di Bolzano e il Premio Nuove Lettere dell’istituto italiano di Cultura di Napoli), Lo spazio di un pensiero del 1988, Quel lucido delirio nell’anno successivo, Sortilegio di riflessi nel 1989 ed un anno dopo: La parola essenziale e Abitare la polvere (1999), (premio editoriale Agemina).

Sono anni decisivi per la sua attività artistico letteraria che si fa via via più intensa ed in cui inizia a spaziare anche in ambito giornalistico, nella critica, nell’editoria e nella saggistica.

IL VOLO: LA MATURITA’ARTISTICA

Nel 1993 l'Area di Broca tradotto in francese e l’anno successivo: L'attimo che conta (1994).

Consegue nel 1990 un riconoscimento internazionale da parte della Societad Argentina de Escritores per meriti letterari ed è Presidente di uno scambio culturale internazionale con L’Ecuador, con il quale l’Italia vanta rapporti di integrazione e amicizia attraverso il Consolato e l’Istituto Italiano di Cultura e, dal quale ha ricevuto il titolo onorifico di “Gran dignitario d’arte e cultura” nel 2011.

Vince il premio "Libero de Libero" (Presidente in giuria Ferruccio Ulivi) con Le lune oltre il cancello del 1998 che riporta la prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti.

Dal 1992 inizia a dirigere l'edizione Lineacultura con testi poetici occupandosi anche di antologie di autori contemporanei: Poeti e Muse ed elabora numerosi interventi in campo letterario su Cesare Pavese, Sant'Agostino, G. D'Annunzio, Pirandello, Rousseau, Marcel Proust , ma anche collaborazioni a varie testate giornalistiche qualificate con studi critici, articoli di attualità, di politica e letteratura che si trovano nel web, su vari blog, ebook e riviste.

Per la saggistica è vincitrice del premio Goffredo Parise di Bolzano, nel 1997.

Viene nominata docente a contratto all'Università della Terza Età di Milano, dove dirige corsi di Letteratura italiana e Storie delle Poetiche dal 1998 al 2010; pubblica a New York, Ed. Il Ponte il saggio: Il valore di un rito onirico nel 1989.

Viene nominata Presidente della Lombardia dell' Unione Nazionale Scrittori nel 2001, carica che tuttora detiene e le viene conferito un incarico dal Governo ecuadoriano per un progetto internazionale di familiarizzazione e di scambi culturali. Dal 1999 al 2012 assume la carica di Presidente di Giuria di un Premio internazionale: - L'Integrazione attraverso la Cultura - ora denominato "Juan Montalvo", consistente in un progetto di gemellaggio tra Italia/Ecuador, che valorizza il patrimonio di civiltà e di pacifismo , attualmente fa parte del corpo giudicante con Vittorio Sgarbi (Comitato d'onore) Guaman Allende, Franco Loi, Sveva Casati Modignani, Alessandro Quasimodo, Davide Rondoni.

Nel 2001 si aggiudica a Salerno il premio Silarus per la saggistica.

Arrivano ancora premi come il “Libero De Libero”, con Le lune oltre il cancello (pref. Giorgio Bàrberi Squarotti) o come il premio editoriale “Agemina” con l’opera Abitare la polvere prefata da A. G. Brunelli, e poi L’attimo che conta e Quella dolcezza inquieta che vince il Premio Atheste della Regione Veneta nel 1998.

Vince o viene segnalata in molti premi internazionali di livello, tra cui la targa d'onore nel 20111 al premio Alfonso Gatto, finalista d’onore al Premio Mario Luzi-Festival Evento e al Lerici-Pea; segnalata d'onore al Lorenzo Montano-Anterem, vince nel 2012 il "Vivarium" Città di Catanzaro e "Il Portone" di Pisa l’anno dopo. Notevoli nel 2010 anche il riconoscimento del Senato della Repubblica a Chiavari, il Premio alla Carriera all’Histonium di Vasto e quello dell’Accademia internazionale di Paestum.

E’ stata Insignita anche di vari premi alla Cultura e alla Carriera: il premio "Giano", nel 2006 alla Carriera Critica, dall'Associazione Culturale Rinascimento; il premio "Città di Partanna" nell'agosto 2009, per essersi distinta come cittadina che ha dato fama alla sua città con la sua opera letteraria; mentre le viene conferita per meriti culturali e umanitari l'onorificenza di "Gran Dignitario" di Letteratura nell'ottobre 2011 dal Consolato ecuadoriano.

Vanno menzionati ancora i Premi: “Pegasus” di Cattolica; “Scrivere Donna” della Casa Editrice Tracce.

E' collocata nella Storia della Letteratura Italiana: "L'Eredità letteraria" edita da Simone nel 2004 per Scuole Superiori e Licei. Ninnj Di Stefano Busà poetessa, critico, saggista e giornalista dunque, ma non dimentichiamo che nel 2013 le è stata conferita una seconda laurea ad honorem in Scienze delle Comunicazioni dall'Università Pontificia Salesiana.

Tra il 2005 ed il 2013 pubblica numerose sillogi poetiche, come L'Arto fantasma ,Tra l'onda e la risacca, L'Assoluto perfetto, Quella luce che tocca il mondo, La distanza è sempre la stessa, Il sogno e la sua infinitezza, Eros e la nudità; La traiettoria del vento ed Ellittiche stelle.

Molti l’hanno paragonata ad Alda Merini, taluni critici vi hanno riscontrato affinità con Montale.

Ha realizzato diversi interventi e incontri su Poeti illustri, di grande rilievo che hanno influenzato la Storia delle Lettere o sono stati precursori di movimenti letterari, come Leopardi, Pavese, D’Annunzio, Montale, Ungaretti, solo per citarne alcuni tra i nostri connazionali, mentre tra gli stranieri ha dato voce alle figure poetiche di Mallarmè, Boudelaire, Lawrence, Blake, Valery, Apollinaire, E. Allan Poe e Joyce. Ha tenuto in tempi passati molte conferenze in vari paesi esteri, partecipando a Convegni di Studio e Ricerche sulla Letteratura: Rijeka, Trieste, La Spezia, Roma, Bari, Parigi, Buenos Aires, Napoli, Milano.

Le sono state dedicate tre monografie da critici molto apprezzati e competenti:

Silvano Demarchi: L'Itinerario estetico di Ninnj Di Stefano Busà (Lineacultura, 1998)

Rosa Berti Sabbieti: L'ala del condor, viaggio itinerante nella Poesia di Ninnj Di Stefano Busà, (Lineacultura, 2000)

Antonio Coppola: Mare forza "otto" critica della produzione letteraria di N. Di Stefano Busà (Lineacultura, 2001)

LE AMICIZIE

Sappiamo bene come nessun altro Poeta abbia più di Salvatore Quasimodo sofferto le invidie, le denigrazioni, gli asti di una critica spesso più affidata agli umori ed al caso che alla obiettività; lui, il poeta della Parola, capace di fare il j accuse contro una certa mentalità della scuola ermetica, lui, con i suoi fugaci echi leopardiani, fu il mentore della giovane Ninnj, l’amico di famiglia che aveva intravisto nella prima produzione della poetessa l’afflato poetico autentico. La morte avvenuta nel 1968 privò la nostra Autrice di un punto fermo, di un riferimento artistico, di un consigliere prezioso e quasi in una sorta di karma, da allora in poi poche pochissime furono le amicizie sincere e fattive. Per Ninnj con l’inizio della sua storia artistica letteraria si assiste all’inizio di un esilio –come avvenne con Quasimodo- coatto, che la privò di ogni aspettativa consolatoria, nelle cerchie egemoniche di un certo tipo di letteratura, nelle insidie di un ambiente talora ordinario ma capace di fare il bello e brutto tempo nel panorama poetico contemporaneo, con la consapevolezza della sua significatività, del suo peso storico e morale, con le sue prerogative etiche e artistiche, col suo successo anche internazionale, che le hanno fatto attraversare un lungo arco della vita culturale del nostro paese, vincendo gli antagonismi, le asprezze, le vigliaccherie con la sola forza delle sue capacità, con la trasparenza del suo agire riservato, corretto e senza invadenze.

IL MATRIMONIO E LA FAMIGLIA

Nasce la sua prima figlia Clara nel 1972, la seconda Roberta nel 1974. Dedica la sua vita alla famiglia, che l'assorbe interamente e per qualche tempo rallenta l'attività letteraria, poi vince un concorso per l'insegnamento, ma vi rinuncia per lavorare presso la compagnia aerea Alitalia, come hostess di terra, all’ufficio del personale, import/export per 30 anni, che le permette di seguire maggiormente il marito, le figlie, la famiglia e i quattro nipotini poi, tuttavia assistiamo ad un rallentamento della sua produzione letteraria, proprio per accudire le amate figlie. Il marito, che è stato controllore del traffico aereo a Linate e l’ ha sempre sostenuta, anche se spesso ha dovuto prendere autonomamente decisioni importanti e gestire vicende impegnative, tuttavia non le è mai venuto meno l'amore per la poesia, che ha coltivato nei ritagli di tempo, nelle ore rubate al menage familiare ed alla cura delle figlie, spesso durante il silenzio della notte.

Va in prepensionamento e si dedica completamente alla Letteratura, alla critica letteraria ed all’insegnamento presso l’Università Terza di Milano, in qualità di docente di Letteratura per 13 anni.

La scrittrice ritiene che oggi la poesia e la fede combacino, la sua poesia si è fatta anche la sua fede, perché si abbandona ad essa con l’anelito salvifico con cui ci si abbandona ad una religione e cerca di trasmettere questi valori ai giovani, andando nella scuole cui è spesso invitata come testimonial della sua arte e delle sue potenzialità espressive e comunicative.

Cosi scrive a proposito della famiglia, con cui vive a Segrate :” vi sono state occasioni in cui il cuore gioiva o s’incupiva, nelle quali vi sono state le nascite delle mie figlie, dei miei nipotini, rare e delicatissime le sensazioni, le suggestioni, anche l’ispirazione seguiva il corso delle vicende, com’è ovvio…”


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